Capita a volte di imbattersi in un testo che sembra simile ad altri già letti: la storia, i personaggi o il modo in cui sono delineati, le vicende narrate o le ambientazioni; insomma c’è quel qualcosa che ci fa dire “roba già vista”. E forse, di primo acchito, questo è il pensiero che potrebbe sfiorare chi si appresta a leggere una trama simile a questa: una ragazza della provincia romana, studentessa universitaria e lavoratrice part-time in un ristorante-pizzeria, sogna un futuro come scrittrice, ha un’amica del cuore di cui non può fare a meno e il ricordo di un ex che non riesce a dimenticare. Questa è Zaira (Edizioni Epsil, pp. 134, € 12,00), la protagonista dell’omonimo romanzo scritto dall’autrice esordiente Carola Baudo.
In realtà in questo libro c’è molto di più, un significato più profondo che va a toccare le emozioni, e rappresenta certamente una buona “prima prova” di Baudo. Una trama semplice ma accattivante e una narrazione scorrevole fanno di Zaira un testo piacevole in cui è facile immedesimarsi, per chi è coetaneo della protagonista, o rivivere esperienze del passato, per chi ha ormai superato gli anni dell’università. Ci si ritrova in quel periodo della vita in cui tutto sembra possibile, in cui ci si sente generalmente forti e in grado di conquistare il mondo. Ma, come si dice, “non è tutto oro quello che luccica”.
Un passato difficile, che è sempre presente
In Zaira emerge tutta la forza, ma anche la fragilità, della protagonista; alle spalle una famiglia disastrata, educata dai nonni e costretta a crescere troppo in fretta per crearsi un’identità e una vita. Una ragazza forte, dunque, ma sulla quale le vicende familiari hanno inciso profondamente, al punto da diventare i primi mattoni di quei muri che Zaira costruisce intorno al suo cuore e nel quale l’unica che pare riesca a entrare sia Farah, la sua migliore amica. Sì, perché quando legami che dovrebbero essere indissolubili, come quelli familiari, si spezzano diventa molto complesso ricostruirli; ma forse ancora più difficile è perdonare e fare un passo nella direzione di chi ci ha feriti e abbandonati. Diviene quindi più semplice chiudersi, alle persone, alle emozioni più profonde, per evitare di farsi ancora male. Perché vivere le emozioni significa aprirsi agli altri e questo comporta necessariamente la possibilità di essere feriti. E Zaira non vuole essere ferita ancora. Ma talvolta il passato ritorna a bussare alla porta, magari sotto forma di una giovane e bella ragazza dai capelli rossi con una busta in mano… E allora arriva il momento per la protagonista di prendere delle decisioni, complicate e dolorose, ma che possono cambiare il corso della sua vita e alleggerire il peso che si porta dentro incrinando quei muri che si era costruita attorno. In questo senso Zaira è un romanzo che fa riflettere anche su questioni irrisolte nel nostro Paese, come la violenza sulle donne, gli orfanotrofi e le adozioni; ed è questo a renderlo un testo molto più profondo di quanto possa apparire inizialmente.
Amicizia profonda: legame indissolubile che dura tutta la vita
Speciale è il rapporto fra la protagonista e Farah, anima affine e un po’ folle, che proprio per questo è l’unica vera amica di Zaira. Entra nella sua vita per caso e col suo modo di essere, schietto e sincero, diventa il pilastro della vita della protagonista. Rappresenta non solo la spalla su cui piangere nei momenti di sconforto o l’amica con cui fare baldoria per divertimento, ma è quella persona che, se hai la fortuna di incontrare, resterà nella tua vita per sempre, nonostante le difficoltà e il tempo. È quella che ti capisce con uno sguardo, che sa starti accanto senza parlare, che con un abbraccio risolve un diverbio perché capace di scaldarti il cuore con il suo affetto profondo. Farah è tutto questo è e molto di più: è quella persona che sopra ogni cosa vuole che la sua amica sia felice. Quanti di noi possono dire di aver trovato un’amicizia così durante il periodo della scuola o dell’università e di averla mantenuta ancora oggi?
Questo rappresenta un altro tema che rende la narrazione molto interessante, soprattutto perché l’autrice affronta l’argomento in modo fresco e spensierato ma con tutta la forza che un sentimento come questo si porta dietro. Un sentimento con un significato intenso, potente, capace di legare le persone più dell’amore; o, forse, si potrebbe dire che in certi casi rappresenta esso stesso una forma d’amore perché è disinteressato, spinge a volere il bene dell’altra persona a prescindere dalla propria felicità e, soprattutto, porta a essere presenti per l’altro in ogni momento.
Il dilemma dell’amore: occhi verdi che tormentano
Una domanda che ha sempre accompagnato chiunque si sia trovato a perdere quello che credeva l’amore della propria vita è certamente questa: dimenticare e andare avanti? Tutti ci rispondiamo di sì, ma sappiamo perfettamente come spesso sia più facile a dirsi che a farsi. Anche la protagonista si trova ad affrontare lo stesso dilemma, vorrebbe riprendere in mano la propria vita, vivere una nuova relazione, ma ci sono due occhi verdi che la tormentano tutte le notti e lei non può fare a meno di scriverne. Cosa fare allora, quando si presenta la possibilità di un nuovo amore? Questa è la scelta che la protagonista deve fare: iniziare una relazione con un bravo ragazzo, dolce, premuroso, simpatico e affidabile dando retta alla razionalità o seguire il cuore che non fa dimenticare quegli occhi verdi e quell’amore tanto potente e passionale, anche se foriero di incertezze? Anche in questo caso, l’autrice affronta una tematica che accomuna tutti, perché prima o poi più o meno tutti ci siamo trovati ad affrontare dubbi simili, a dover scegliere tra la mente e il cuore e anche se nel romanzo la soluzione arriverà quasi da sola, nella vita reale non sempre tutto si risolve in modo semplice.
Elisa Barchetta
(direfarescrivere, anno XIII, n. 135, aprile 2017)
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