Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Alla ricerca dei monasteri perduti.
Tracciando una mappa immaginaria
dell’antico territorio del Mercurion
Da Ferrari, un interessante saggio sull’eparchia monastica
basato sul ritrovamento di alcuni importanti codici medievali
di Guglielmo Colombero
«Al seguito dei Normanni era giunta nel Sud dell’Italia una moltitudine di monaci e abati che soppiantarono le istituzioni greche, lasciando che queste intraprendessero un irrimediabile processo di decadimento e precipitassero nel più completo abbandono. I monasteri mercuriensi finirono sotto la giurisdizione delle neo-istituzioni benedettine, le quali fecero subito man bassa dei loro possedimenti terrieri e si spartirono i codici miniati che sino ad allora avevano rappresentato il tratto distintivo e il motivo di vanto delle biblioteche monasteriali greche. Un’infinità di codici furono così venduti, a pochissimo prezzo, a collezionisti privati senza scrupoli o, addirittura, senza cultura». Così, nella Premessa del suo libro, Viaggio nel Mercurion attraverso carte greche del XI secolo (Ferrari editore, pp. 120, € 15,00), Giovanni Russo descrive la diaspora dei preziosi manoscritti che i monaci calabro-greci avevano fino ad allora custodito fra le mura del monastero di San Nicola di Donnoso, a pochi chilometri da Orsomarso, paese del cosentino in cui l’autore è nato 54 anni fa e che non ha mai dimenticato. Egli, infatti, è rimasto sempre molto legato al suo luogo d’origine, nonostante il suo trasferimento a Firenze nel 1981, luogo in cui ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature straniere e dove tuttora vive e lavora. Sulla scia di La valle dei monasteri. Il Mercurion e l’Argentino, pubblicato sempre da Ferrari nel 2011, in questo nuovo volume Russo prosegue il suo appassionato (e appassionante) itinerario di ricerca delle scarse testimonianze rimaste dell’antica eparchia monastica del Mercurion. Nella stesura di questo testo, come era già successo per il precedente, l’autore è stato supportato, per la splendida parte iconografica, da Pietro Rotondaro. Il secondo saggio di Russo sul Mercurion prende il via dal ritrovamento, presso la Biblioteca apostolica vaticana, di quattro codici medievali inerenti il fondo detto di Santa Maria della Matina. Il merito del ritrovamento, nel 1967, è dello storico francese André Guillou: si tratta di due atti di vendita, di una sentenza e di una donazione, datati fra il 1031 e il 1061. Grazie alle indicazioni toponomastiche contenute nei codici, Russo e Rotondaro hanno intrapreso un viaggio nelle valli dei fiumi Lao e Argentino, localizzando gli ipotetici siti dei monasteri scomparsi, e con pazienza da amanuensi hanno ricostruito una mappa immaginaria del perduto Mercurion.

Sangue, carestia e agonie attorno a monasteri opulenti
Il monastero di San Nicola di Donnoso, annota Russo, «registrò un progressivo incremento dei propri beni fondiari, al punto da non risentire degli effetti delle depredazioni normanne, né della grande carestia del 1058. È questo un aspetto di non secondaria importanza che rafforza maggiormente la convinzione della potenza, anche economica, del monastero di San Nicola di Donnoso e della brama di venirne in possesso da parte dei Normanni e delle organizzazioni religiose latine. Basti pensare che la carestia del 1058, causata da una terribile siccità, produsse una serie infinita di conseguenze negative sul tessuto sociale calabrese; gli eserciti saccheggiarono e incendiarono i campi, fu perseguita una strategia del terrore, fu reinserita la vendita delle persone, principalmente dei bambini, ai ricchi, e la popolazione in preda alla disperazione si rivoltò in molti luoghi, come accadde a Scalea, insorta contro Ruggero, fratello di Roberto il Guiscardo. Con tutta probabilità è questo il motivo per cui, intorno al 1065, S. Nicola di Donnoso venne concesso dai principi normanni all’abbazia benedettina di Santa Maria della Matina». Impressionante, a questo proposito, la testimonianza del cronista normanno Goffredo Malaterra relativa proprio alla carestia del 1058, che Russo riporta in nota a pagina 23: «Un triplice flagello colpì allora la Calabria, in marzo, aprile, maggio: il primo era la spada dei normanni che non risparmiava quasi nessuno; il secondo era la fame, che dopo aver esaurito le forze, divora i corpi illanguiditi; il terzo era l’assalto della morte, che dovunque si estendeva orribilmente, non lasciando quasi alcuno fuggire indenne, quasi infuriare d’incendio in un campo di steli disseccati».

Una sentenza che è uno spaccato della società
Delle quattro pergamene rinvenute da Guillou, la più significativa è senza dubbio la sentenza emessa nel novembre del 1042 dallo Strategós (il governatore bizantino) di Lucania, Eustazios Skepides, a seguito di una controversia fra l’abate di San Nicola di Donnoso, Klemes (il Clemente nei documenti latini), e i suoi due nipoti sulla proprietà di alcuni vigneti: «Il dubbio che Klemes avesse fatto carte false per impossessarsi di una parte dell’eredità familiare non abbandonò mai i suoi nipoti, generò qualche perplessità anche nel giudicante e, probabilmente, affascinava, come ipotesi, anche Guillou». Avidità e corruzione, dunque, sembrano serpeggiare anche sotto la patina dell’ascetismo cristiano dei monaci greco-calabri.

Paesaggi suggestivi e memorie del passato
Le fotografie realizzate da Rotondaro sono di pregio assoluto: attraverso un sapiente dosaggio di luci, sprigionano il fascino evocativo di luoghi intrisi di tracce perenni del passato più remoto. I ruderi del monastero di Sant’Elia che si stagliano sull’azzurro del cielo; un tramonto infuocato che s’irradia sul profilo nero della chiesetta di Santa Maria di Mercuri; la volta a botte di un’abitazione a Castrum Mercurii che assume quasi la forma della testa di un mostro preistorico; l’inquietante monolite del monastero di Sant’Andrea; le incantevoli sponde della località Bounikosa; e infine, il bianco campanile a vela della chiesetta del monastero di San Nicola di Donnoso che svetta solitario verso le nuvole.

Guglielmo Colombero

(direfarescrivere, anno X, n. 105, settembre 2014)
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