Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Il grande cinema di Giuseppe Tornatore
e le epiche melodie di Ennio Morricone:
il racconto di un perfetto sodalizio
La storia del fruttuoso rapporto tra due straordinari artisti
diversi tra loro ma complementari. Da Pellegrini editore
di Aurora Logullo
Nel 2007 il sito del magazine statunitense Entertainment Weekly ha stilato un’originale classifica: i quaranta finali più belli della storia del cinema. Accanto a un’indimenticabile Vivien Leigh e alla sua battuta «Domani è un altro giorno» in Via col vento, compariva una delle scene orgoglio del cinema italiano di tutti i tempi. Chi non ricorderà infatti i fotogrammi finali del film del 1988 di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso, in cui il protagonista, ormai cresciuto, si commuove guardando la pellicola in cui Alfredo ha raccolto tutti i baci censurati da don Adelfio? Totò, Mastroianni, Bogart, Chaplin e altri “mostri sacri” del grande schermo si susseguono veloci in una lunga carrellata di baci dolci e intensi allo stesso tempo, accompagnati dalla celebre melodia di Ennio Morricone, delicata e suggestiva. Il risultato è una scena memorabile, romantica, in cui la forza dell’immagine e il potere della musica creano un sodalizio perfetto, riuscendo a suscitare nello spettatore una commozione autentica e una profonda empatia con il protagonista.
Un ineccepibile connubio, quello tra immagine e musica, che si riscontra sempre nelle collaborazioni tra Morricone e Tornatore, e che ha suscitato l’interesse di Manuela Dragone, giornalista ed esperta di comunicazione, che l’ha indagato nel suo ultimo lavoro, Pura musica pura visione. Ennio Morricone & Giuseppe Tornatore. Da Nuovo Cinema Paradiso a La Migliore Offerta (Pellegrini editore, pp. 150, € 15,00).

Storia di un idillio cinematografico
Alla base di tale sodalizio si trova una caratteristica comune a musica e cinema, illustrata dalla giornalista direttamente con le parole di Tornatore: «il linguaggio della musica e quello del cinema sono molto più vicini di quanto siano quello del cinema e della letteratura, avendo in comune il tempo, il senso del ritmo». Come giustamente Morricone fa presente, sempre in occasione delle lezioni magistrali presso i conservatòri in giro per l’Italia, non si deve parlare di colonna sonora, ma di «musica per il cinema»: essa, infatti, è in grado di far emergere significati su cui l’immagine non si focalizza o, al contrario, di renderli più evanescenti, di spezzare tempi morti, di caricare di un nuovo valore una semplice inquadratura. La musica, secondo Morricone, è un tutt’uno con il film, non semplicemente qualcosa che vi si sovrappone o lo affianca. Questo è sicuramente vero anche per compositori del calibro di Danny Elfman o Dario Marianelli, per i quali le collaborazioni costanti con Tim Burton e Joe Wright hanno portato sempre a risultati notevoli, ma mai ad un rapporto così duraturo e fortunato come quello tra Tornatore e Morricone. Pur avendo un carattere simile e pari passione per la musica, tra i due c’è una notevole differenza di età e, quando nel 1988 il regista contatta il compositore, il primo è ancora agli inizi mentre il secondo ha già raccolto numerosi premi. A ragione, Vincenzo Mollica, famoso giornalista Rai esperto di cinema e spettacolo, nella Prefazione al libro di Dragone parla di «miracolo» usando queste parole: «la bellezza, perché è di questo che stiamo parlando, è data dal fatto che non possiamo pensare alle immagini di Tornatore senza la musica di Morricone e viceversa. È come se questi due grandi artisti componessero e orchestrassero la storia da raccontare, come una grande partitura fatta di note ed immagini che possono vivere separate. Ma il bello è che lo fanno da separati, ognuno nel proprio studio, intuendo quello che vive nell’intenzione e nella tensione creativa dell’altro».

Curiosità e poesia a suon di musica
Manuela Dragone, partendo da Nuovo Cinema Paradiso, passa in rassegna tutti i film in cui i due hanno lavorato insieme, dal meno famoso Stanno tutti bene a La leggenda del pianista sull’oceano fino al più recente La migliore offerta, svelando retroscena e curiosità della nascita del film e della sua musica attraverso la viva voce dei due artisti: nel testo, le parti propriamente narrate si alternano di frequente con citazioni tratte dai loro libri o dall’intervista che il regista ha rilasciato alla giornalista nel 2011.
Scopriamo così, per esempio, che il tema più noto di Nuovo Cinema Paradiso non è opera di Ennio Morricone, ma del figlio Andrea; che Tornatore per la scena dei baci incollò personalmente gli spezzoni di pellicola e poi li rovinò per renderli vecchi; o che la moglie di Morricone lesse inizialmente il copione di Baarìa in siciliano, ma non comprese nulla e passò alla versione italiana.
Ma soprattutto, la giornalista fa emergere con cura l’atto creativo con cui questi grandi capolavori del cinema italiano e internazionale nascono nella mente dei due artisti. Riesce a mostrarci, così, la loro capacità di immaginare e creare una storia, di darle un “corpo” e una “voce” in perfetta armonia, senza risultare mai scontati, ma mostrando uno spirito innovativo, sperimentalista e in grado di mettersi continuamente alla prova.
Capitolo per capitolo il lettore ha come l’impressione di sedersi accanto a Tornatore e Morricone mentre insieme studiano ed elaborano inquadrature e musiche celebri e di vedere le mani del compositore muoversi sulla tastiera mentre il regista ascolta attento. Difatti, nonostante si tratti di un lavoro scrupoloso e attendibile, ogni parola non può che rievocare il romanticismo, la delicatezza e la potenza del cinema di Tornatore e delle musiche di Morricone, della cui armonia e poesia sembra risuonare ciascuna pagina.

Aurora Logullo

(direfarescrivere, anno X, n. 99, marzo 2014)
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