Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Raccontare la vita dell’essere umano
attraverso una piccola parte del corpo:
la mano e i mille “volti” delle sue azioni
Da Infinito edizioni, una raccolta di foto e racconti dei gesti
che ci accompagnano in ogni attimo della nostra esistenza
di Adelina Guerrera
Ci sono gesti che quotidianamente si compiono senza che ci si renda conto del loro significato, in modo quasi banale e, talvolta, scontato. Eppure fanno parte della vita e ciascuno di essi si connota di un valore singolare, inimitabile, unico.
Talvolta, però, la routine e la vita frenetica ci inducono a essere superficiali e poco attenti e rischiamo, spesso, di perdere di vista ciò che ci circonda. Allora vale la pena fermarsi un attimo e riflettere.
Un testo degno di lode in tal senso è quello del fotogiornalista Domiziano Lisignoli, Di mano in mano. Gesti e impronte che fanno la vita e la storia (Infinito edizioni, pp. 96, € 12,00), con Prefazione di Maria Teresa Lamberti, caporedattrice di Gr Radio Rai, Introduzione di Katri Mingardi, psicologa, e Postfazione di Antonella Nespoli, ricercatrice e responsabile del corso di laurea in Ostetricia dell’Università Milano-Bicocca. La pubblicazione è stata realizzata anche grazie al contributo offerto dalla Federazione “Cure palliative onlus”. Hanno inoltre collaborato al progetto, ritenuto valido per il valore etico e morale di cui si fa portatore, diversi personaggi dello spettacolo, tra cui i musicisti Stefano Bollani ed Eugenio Finardi, il cestista Gianluca Basile, il chirurgo della mano Piero Di Giuseppe e il pugile Giacobbe Fragomeni.
L’autore, a partire dalle prime pagine, con grande maestria ed eleganza stilistica, si sofferma, attraverso una serie di esempi, sul significato da attribuire alla mano e ai relativi gesti e movimenti che con essa si compiono. Un testo sui generis, profondo e, allo stesso tempo, simbolico, che invita il lettore a non fermarsi alle apparenze, ma ad andare al di là di esse, scoprendo o forse, per meglio dire, riscoprendo il vero valore della vita.

Al di là delle parole, si comunica anche con i gesti
Che cos’è la mano e cosa si può esprimere con essa? Si tratta di una domanda quasi banale; eppure così non è. La mano rappresenta l’organo della vita o meglio, riprendendo l’espressione usata nella Prefazione da Maria Teresa Lamberti, «è l’organo dell’intelligenza», così come analizzato e studiato da Maria Montessori.
Grazie ad essa riusciamo a compiere quasi tutti i nostri gesti, da quelli più semplici a quelli più complessi: «una mano ci accoglie, ci accompagna nel lungo commiato […]. Ci sono mani che accudiscono, insegnano, ci conducono alla conoscenza, che ci consentono di lavorare e di accarezzare, di picchiare, sì, ma anche di asciugare le lacrime. Di suonare, operare, guidare, scrivere».
Come in un book fotografico, corredato da testi e immagini, ogni singola mano rappresenta, dunque, un pezzo di vita narrata, trascorsa, vissuta. L’autore, creando una sorta di racconto, suddiviso in sequenze, illustra le varie sfaccettature e azioni che riusciamo ad operare con le nostre mani.
Non si tratta, però, di un testo di medicina, tecnico, scientifico, pragmatico, ma di un racconto intriso di affetto e rispetto per la vita di ogni essere umano. Le mani ci aiutano a compiere gesti di amore veri e autentici; il primo fra tutti, con cui si apre il testo, è l’immagine della mano di una madre che accoglie suo figlio, appena nato, che le viene donato dalla mano dell’ostetrica che l’ha incoraggiata e le ha dato forza nel suo lungo travaglio. È nata una nuova vita che crescerà e affronterà le sfide che le si presenteranno. Questo bambino utilizzerà le sue piccole mani per dialogare, giocare, plasmare, scoprire e imparerà a stare nel mondo insieme agli altri. Poi, divenuto adulto, utilizzerà le mani per altre funzioni e per svolgere nuove azioni.
A tal riguardo, è singolare l’immagine delle mani che salvano la vita, in particolare quelle dei medici che quotidianamente mettono a disposizione il loro sapere e la loro professionalità per offrire aiuto agli altri.
Accanto alla funzione quasi salvifica della mano, ne emerge, altresì, una creativa e colma di estro: con le mani si disegna, si crea, si suona, si improvvisa, si modella, si raccoglie, si indica la giusta direzione, si anticipa lo sguardo.
Infine, la mano è lo strumento attraverso cui i non vedenti riescono ad esprimersi, sentendosi, così, persone attive come e, in molti casi, più degli altri.
Ma una mano saluta, anche, regalando spesso un sorriso a chi ne ha bisogno; prega nei momenti di sconforto, mostra ciò che di più caro ha e, in ultimo, come conclude l’autore, «passa il testimone», poiché «seguendo le mani in senso orario, vediamo lo scorrere inarrestabile delle vita nelle varie fasi, per poi rinnovarsi nella nuova generazione». Un’espressione, questa, ben rappresentata nell’immagine di copertina dove la mano della persona anziana accoglie e si sfiora vicendevolmente con quella del bambino, indicando così questa continuità e prosieguo tra le due vite, come un ciclo inarrestabile e in evoluzione.

Atti e gesti d’amore per non dimenticare…
Una serie di immagini vengono offerte ai nostri occhi, narrate sia con la testa che con il cuore, per coglierne ogni singolo attimo con precisione, non tralasciando nulla e ponendo sempre più attenzione alla persona da quando nasce a quando muore, divenendo pertanto la vera protagonista del racconto.
Un susseguirsi di momenti, come tanti scatti fotografici di un unico e grande album, immortalati nell’anima di chi legge.
Un racconto appassionante, vivo, vero, che permette di comprendere a chi si soffermerà con attenzione su ogni singola immagine i mille perché di tanti gesti che anche involontariamente si compiono.
Mani, dunque, che narrano storie d’amore e che ci accompagnano nel lungo, sorridente e, allo stesso tempo, faticoso viaggio che è la vita.

Adelina Guerrera

(direfarescrivere, anno X, n. 98, febbraio 2014)
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