L’affascinante personalità di Gala Dalí,
musa inquietante e amante egocentrica,
ispiratrice di sentimenti contrastanti
Da L’ippocampo edizioni, il diario della moglie del noto artista:
il nostro esame grafologico ne svela il carattere forte e deciso
di Barbara Taglioni
Elena Dmitrievna D’Jakonova (1894-1982) è passata alla storia con il nome di Gala. Di lei si è sempre saputo poco: la sua figura di musa inquietante, seduttrice e sfuggente risultava fino a poco tempo fa confusa da una serie di congetture e supposizioni. Ciò che è certo è che Gala ebbe un’influenza importantissima nella vita e nell’opera del pittore catalano, fu ispiratrice del Surrealismo, tuttavia per Dalí fu soprattutto maestra dell’arte amatoria, ma allo stesso tempo anche madre e agente artistico. La loro fu un’unione totale. Un’analisi più intima e vera delle mille sfaccettature della personalità di Gala, in ogni caso, è stata possibile solo grazie al ritrovamento e alla pubblicazione de La vita segreta. Diario inedito di Gala Dalí (L’ippocampo edizioni, pp. 104, € 15,00). Il libro è arricchito da immagini di parti originali della grafia di Gala e da qualche foto di famiglia, oltre che da cartoline postali scritte dalla donna a Salvador Dalí durante uno dei suoi soggiorni in Sicilia. La Presentazione a cura di Montse Aguer, laureata in Filologia catalana e direttrice degli Studi daliniani, spiega come sia stato ritrovato il diario e come esso sia rimasto nascosto per anni, in attesa di essere scoperto e riconosciuto, come è successo, in effetti, anche per il personaggio di Gala stessa. Il corposo Prologo che segue, scritto da Estrella De Diego, docente universitaria di Arte contemporanea a Madrid e prima a New York, racconta molto della vita vissuta di questa donna, dal periodo dell’adolescenza in Russia ai giorni con Dalí, quando tra i due avviene una “fusione” sia artistica che sentimentale: «Dalì e Gala si sono fusi e fondersi è confondersi perfino nei ritratti pittorici che l’artista fa di sua moglie e che finiscono per diventare un po’ i suoi autoritratti, il suo proprio specchio».
Chi era Gala?
Per Dalí fu compagna, ispiratrice e dominatrice, a tal punto che quando morì ne fece imbalsamare il corpo. Paul Éluard, poeta francese esponente del movimento surrealista nonché suo primo marito, e Max Ernst, pittore e scultore tedesco, rimasero “bruciati” dal suo fascino e non riuscirono mai a dimenticarla. André Breton, poeta, saggista e critico d’arte francese, la detestava e la temeva. Antoni Pitxot, pittore, amico e collaboratore di Dalí, la descrive come una donna inflessibile nelle sue convinzioni, che diceva sempre ciò che pensava. Egli afferma che Gala era una fanatica in primo luogo di Dalí: lo proteggeva, stravedeva per lui. E dunque chi era veramente Gala? Scorrendo le pagine del suo diario scopriamo nella prima parte momenti della sua infanzia e della sua adolescenza che ella stessa definisce «esotiche», trascorse in famiglia e in un ambiente colto nella Russia dei primi anni del Novecento, dove Gala dimostra da subito di possedere una personalità forte con le idee chiare, che «sente, vede e infine ascolta», alla ricerca dell’essenza della vita. Nella seconda parte del diario, invece, siamo trasportati a Port Lligat, nell’universo di Dalí, del quale ella stessa si sarebbe trasformata, quasi in un batter di ciglia, nell’indiscutibile centro.
Gala e l’amore
Cos’era per Gala la cosa essenziale da ricercare nella vita? Troviamo la risposta nelle sue stesse parole: «la cosa essenziale è per me l’amore. È l’asse della mia vitalità e del mio cervello, la molla che mi slancia in avanti con elasticità e agilità […] in tutti i movimenti dei miei sensi». Per lei l’amore era un dono totale. Amante eccezionale, chiedeva molto ai suoi uomini: di affascinarla, di farla sognare, di superare se stessi. Passò dalle braccia di Paul Éluard a Max Ernst e poi di nuovo a Paul. L’incontro, avvenuto nel 1929, con Salvador Dalí le fece finalmente scoprire quale fosse la sua vera passione. Si dedicò interamente a lui, dimenticandosi persino della figlia, avuta da Éluard, che non volle rivedere neppure in punto di morte. Una donna che poteva risultare quindi anche antipatica e aggressiva. Dalí, ricordando il loro primo bacio, disse: «non era che l’inizio di una fame che ci spingeva a mordere e a divorarci fino in fondo». Tuttavia, così come si erano incendiati, ad un certo punto i sensi tra i due si spensero. Gala allora cercò avventure altrove, arrivò anche a pagare giovani uomini, perché ormai il tempo aveva segnato il suo corpo. Lottò contro gli anni che passavano con interventi e lifting di ogni tipo fino alla fine della sua vita. La sua passione per Dalí, però, non ebbe mai termine e continuò a vegliare su di lui come una dea madre anche durante il periodo della relazione del pittore con Amanda Lear. Finché le forze la sostennero, Gala fece lunghi viaggi, spesso in Italia, accompagnata sempre da due valige: una contenente medicinali e l’altra dollari. Morì a 88 anni dopo una lenta agonia, sempre lucida fino alla fine, vegliata da Dalí. L’artista volle che «quel corpo tanto amato e tante volte dipinto» fosse imbalsamato e deposto nella cripta del Castello di Pubol che egli le aveva donato.
Com’è la scrittura di Gala? La parola al grafologo
Abbiamo provato ad analizzare i campioni di scrittura di questa misteriosa donna presenti nel testo, nell’intento di scoprire o confermare le caratteristiche peculiari di un carattere così particolare. Così come il diario è diviso in due distinti momenti, quello dell’infanzia e dell’adolescenza e quello degli anni con Dalí, anche la grafia di Gala è differente nei due periodi. Le prime pagine riportate nel testo (cfr. www.grafologhiamo.it/images/gala.jpg) ci mostrano una scrittura piccola, rapida e nervosa, legata, elegantemente ricombinata e personalizzata. Un gesto grafico che scorre sul rigo con un movimento vibrante. In grafologia tutte queste caratteristiche indicano una personalità intellettualmente vivace, portata all’introspezione e ad una instancabile dialettica interiore. Le forme aperte delle vocali indicano ricettività e ampio campo di interessi, mentre la disuguaglianza delle forme e il movimento vibrante confermano un carattere emotivo ed irrequieto, generalmente in apprensione, alla ricerca di sicurezze. Le lettere legate tra loro con soluzioni personalizzate rivelano la capacità di attrarre e trascinare l’altro, mentre il tratto “colorato” in modo disomogeneo unito alla variabilità dell’inclinazione delle lettere confermano l’importanza per Gala dei sensi, la sua emotività e la sua vulnerabilità, i frequenti sbalzi di umore e la necessità di continui e nuovi stimoli intellettuali, in mancanza dei quali è disposta a mollare tutto all’improvviso. In effetti, nella sua vita spesso Gala se ne andò senza troppe spiegazioni: dalla sua Russia, cambiando addirittura il suo nome; dal marito Paul e dalla figlia, senza nemmeno voltarsi indietro; dalle braccia di Dalí, quando la loro passione si spense, pur non abbandonandolo mai in realtà. Osservando invece la grafia della donna nelle cartoline postali scritte all’artista dalla Sicilia (cfr. www.grafologhiamo.it/images/galacart.jpg), notiamo che il gesto grafico genera forme più grandi, tipiche delle persone avanti con gli anni, ma notiamo anche come il movimento, il ritmo della scrittura si siano fatti più morbidi, meno aggressivi, con le lettere meno angolose, il tratto più caldo anche se meno vivace, rivelandoci una Gala che, pur continuando a mantenere la propria forza di carattere e la propria curiosità intellettuale, mostra di essere più consapevole e forse più appagata dall’esperienza e dai sensi.