Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
ActionAid: impegno attivo e costante
per offrire garanzie alla giustizia sociale
operando in Italia e nel Sud del mondo
Fame, violenza sulle donne, corruzione: problemi da debellare
con la nascita di un nuovo modo di vedere. Da Infinito edizioni
di Angela Patrono
Combattere le disuguaglianze sociali, risvegliare le coscienze della collettività e dei singoli individui con attività di consulenza e campaigning, promuovere progetti di mobilitazione per la trasparenza di lobby e istituzioni. Non sono slogan utopici da striscione destinati a evaporare a contatto con la cruda realtà. Sono alcune delle tante, concrete attività svolte da ActionAid, nota associazione internazionale indipendente che si batte per il rispetto dei diritti fondamentali nei paesi in via di sviluppo e non solo. Nata nei primi anni Settanta, l’associazione ha sede a Johannesburg ed è presente in più di quaranta paesi, tra cui l’Italia. Numerose sono le iniziative di ActionAid Italia per contrastare l’ingiustizia a livello locale e globale. Una delle più recenti è la pubblicazione del libro Il diritto di cambiare. Le sfide della giustizia sociale in Italia e nel mondo (Infinito edizioni, pp. 108, € 12,00). Il volume riporta storie di esclusione e diseguaglianza nel Sud del mondo, ma anche nel nostro paese. In questo scritto si sostiene, infatti, che troppo spesso noi italiani abbiamo la lacrima facile quando sentiamo parlare dei problemi del cosiddetto Terzo mondo. Una lacrima che serve a lavarci le mani, una compassione fin troppo ostentata che cela il desiderio di non metterci in gioco, soprattutto quando si tratta di impegnarci per i nostri connazionali disagiati. Per questo ActionAid ha attivato la strategia 2012-2017 Italia, sveglia!, un’esortazione che sprona il nostro paese a non chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie perpetrate al suo interno.

Il nutrimento, un diritto inalienabile
Il diritto di cambiare è incentrato su tre temi fondamentali: il diritto al cibo, i diritti delle donne e la trasparenza ed equità delle istituzioni.
L’emergenza fame è un problema prioritario. Se oggi un miliardo di persone non può nutrirsi, le ragioni sono tante: la mancanza di fondi per lo sviluppo agricolo, il cambiamento climatico che danneggia le piantagioni, la scelta delle multinazionali di stabilire sedi in paesi sottosviluppati. In particolare, il libro denuncia il fenomeno del landgrabbing, ossia dell’accaparramento di terreni da adibire alla coltivazione di prodotti agricoli per biocarburanti. Il nuovo business, che ha già danneggiato più di una popolazione africana, rappresenta una seria minaccia agli ecosistemi e alle risorse dei nativi. Anche in Italia, la cementificazione ha causato la scomparsa di tante aziende medio-piccole e ha dimezzato la superficie di terra coltivata. Fortunatamente, però, esistono tante piccole aree di “resistenza alimentare partecipata”. Come “Spiga e madia”, una cooperativa che si occupa di agricoltura biologica, nata nella Brianza monzese dalla collaborazione tra consumatori critici e un proprietario terriero. Il progetto? Ricostruire una filiera di pane biologico. A questa hanno fatto seguito altre cooperative di consumo solidale, piccole roccaforti alimentari diffuse capillarmente: “Farina del nostro sacco” a Torino, “La filiera del pane” in Toscana, “Della terra nativa in Val di Susa.

Valorizzare le risorse femminili: la miglior risposta alla discriminazione
ActionAid si batte con forza per il riconoscimento dei diritti delle donne e per fermare ogni tipo di violenza contro il genere femminile. In questo senso, il libro riporta la storia di Mobina, giornalista radiofonica in Afghanistan che denuncia ogni giorno abusi e violenze contro le donne. Grazie a lei, tante ascoltatrici trovano il coraggio di uscire dal buio e prendere in mano la propria vita. In una terra in cui in caso di stupro si accusa la donna di adulterio per salvare l’onore dell’uomo, ActionAid ha introdotto la figura del consulente paralegale per le donne che subiscono violenza e ha attivato i circoli “Reflect”, comunità di mutuo aiuto per sviluppare coscienza dei propri diritti. Il progetto, cofinanziato dal Ministero degli Esteri italiano, ha avuto un’accoglienza positiva in Afghanistan come nella Repubblica democratica del Congo, nella quale è stato replicato. La situazione italiana è all’insegna dello squilibrio: ai numerosissimi episodi di violenza sulle donne si contrappone un’allarmante carenza di strutture adeguate, spesso per mancanza di finanziamenti.
È bene sapere che l’ingiustizia verso il genere femminile nuoce all’economia mondiale. A questo proposito, il libro riporta il risultato di uno studio della Fao: se le donne avessero accesso alla terra, alla tecnologia, all’istruzione e al mercato, la povertà diminuirebbe drasticamente. Inoltre, acquistando Il diritto di cambiare è possibile sostenere un progetto in Etiopia, nel distretto di Ankober, a favore dell’agricoltura sostenibile attraverso la valorizzazione e la partecipazione delle donne.

Cittadinanza attiva e consapevole contro la corruzione
Un altro motivo di disuguaglianza è il taglio alle spese sociali da parte delle istituzioni. Insieme alla crisi economica, crescono le disparità tra ceti abbienti e fasce svantaggiate, da cui scaturiscono fenomeni come quello dei “nuovi poveri”: famiglie (specie se numerose) e giovani disoccupati che faticano ad arrivare a fine mese. In questo, ActionAid promuove un’equa distribuzione delle risorse attraverso l’acquisizione di una nuova consapevolezza che deve partire dal basso. Progetti di cittadinanza attiva sono stati lanciati con successo in Sierra Leone e in Afghanistan, aiutando a contrastare la corruzione politica e a incrementare l’alfabetizzazione e l’inclusione sociale. Anche in Italia c’è bisogno di una maggiore partecipazione del cittadino alla cosa pubblica che si traduce nella richiesta di trasparenza sulla gestione amministrativa. È la regola dell’accountability, termine che sta per “rendere conto di ciò che si fa”. Le amministrazioni, oltre a pubblicare i propri dati di bilancio, sono tenute a stimolare la partecipazione degli abitanti ai processi decisionali. Il libro riporta l’esempio di Canegrate partecipa!, promosso dall’assessorato di questo comune in provincia di Milano, dove ogni abitante è chiamato a lanciare la sua proposta da sottoporre alle istituzioni. Perché, come diceva Gandhi, «Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere».

Angela Patrono

(direfarescrivere, anno VIII, n. 81, settembre 2012)
Invia commenti Leggi commenti  

Segnala questo link ad un amico!
Inserisci l'indirizzo e-mail:

 


Direzione
Fulvio Mazza (Responsabile) e Mario Saccomanno

Collaboratori di redazione
Ilenia Marrapodi ed Elisa Guglielmi

Direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Iscrizione al Roc n. 21969
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.
Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

Privacy Policy - Cookie Policy