«Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza fare niente, aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, e “a che serve un libro” pensò Alice, “senza dialoghi né figure?”».
Con queste parole si apre Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll e certamente non ve ne sono di migliori per introdurre la favola che stiamo per analizzare. Per la “Scuderia letteraria” di Bottega editoriale, vi presentiamo Squitty (NarrativaePoesia, pp.16, € 15,00) scritto da Ilaria Colasanti e Sara Lovato.
Un piccolo criceto
“A chi corre sopra un filo”. Questa la dedica posta all’inizio di siffatta breve narrazione, destinata ai più piccoli, ma portatrice di un grande messaggio. Il racconto, accompagnato dalle tenere illustrazioni dei due protagonisti, ritratti in maniera fedele ma con dei dettagli “cartooneschi” da Anselmo Sangiovanni, mette in luce, con parole volutamente semplici per poter essere comprese anche dai cuori più minuti e dolci, il rapporto d’affetto che si era andato a creare tra quest’ultima e il suo piccolo animale domestico: un criceto.
A narrarci questo amore incondizionato tra due anime così tenere è la stessa bambina, Sara Lovato, protagonista del racconto e, a dispetto dei suoi nove anni, coautrice del testo in questione. La storia nasce, purtroppo, da un evento spiacevole: il criceto divenuto amico della piccola è morto e Sara trova nella scrittura e nel ricordo un modo per superare il lutto, la mancanza e cerca di rendere immortale quel legame meraviglioso.
Infatti la bambina ammette che mai avrebbe potuto immaginare di potersi affezionare così tanto a un roditore, un animale così piccolo e forse poco apprezzato dai più, ma che, fortunatamente, la porterà a ricredersi su queste sue considerazioni, sperando che lo stesso possa avvenire per il lettore.
L’affetto tra i due personaggi è stato probabilmente avvantaggiato dal fatto che entrambi fossero dei circensi, ognuno a modo proprio. Le capriole del piccolo Squitty, infatti, difficilmente sarebbero riproducibili da un qualsiasi essere umano, persino per chi, come la bambina in questione, è iscritto a una scuola di circo.
L’importanza di un animale domestico
Quello che ci trasmette questa breve favola è sicuramente l’importanza di un elemento fondamentale per la giusta crescita emotiva di un qualsiasi bambino: l’empatia. Quel sentimento capace di rendere chiunque più predisposto a immedesimarsi negli altri, a comprendere le emozioni di chi gli sta attorno pur non provandole in prima persona.
Ed è impossibile anche al lettore non identificarsi nell’amarezza provata dalla piccola protagonista quando, dopo aver scoperto con sua somma gioia l’importanza di un legame così speciale come quello che si può instaurare con un altro essere vivente, deve ammettere il fatto che l’assenza del suo piccolo Squitty si fa sentire sempre di più.
La breve favola quindi sottolinea, l’importanza non sempre manifesta che può avere un animale domestico all’interno della crescita di un bambino, in modo che possa comprendere il valore di qualsiasi tipo di vita, dalla più piccola alla più grande, ma anche la necessità di rispettare i sentimenti altrui. Aumenta, inoltre, il senso di responsabilità e, come accennato prima, il senso di empatia.
Le favole nella modernità
Le fiabe e le favole da sempre accompagnano l’umanità all’interno di quell’importante viaggio che porta alla scoperta del mondo. Caratteristica principale della favola è sempre stata la presenza di una morale, sia essa esplicita che implicita, che, come affermato nelle righe precedenti, è presente anche in questo breve racconto. Difatti, anche se per molti le favole sono narrazioni da dedicare solo ed esclusivamente ai bambini, sin dall’antichità, proprio per il loro importante messaggio etico, venivano ascoltate con la più grande attenzione anche dalle persone adulte.
Uno degli autori più importanti che ancora oggi desta un interesse sempre crescente, anche all’interno dell’ambito scolastico, è Esopo. I suoi scritti, infatti, hanno per noi una valenza e una saggezza popolare che si riscontrano tanto nei detti comuni quanto nell’immediatezza degli avvenimenti della vita. La favola diventa così un monito che esalta, tramite la sua semplicità, le gioie e i dolori della vita di cui ogni essere è intriso, tanto nell’infanzia quanto nel resto del nostro cammino.
Nel corso del tempo la struttura della favola è notevolmente cambiata, ma la sua funzione è rimasta la stessa: essa ci dà ancora la possibilità di comprendere i nostri errori tramite l’immedesimazione nell’altro – ecco il ritorno dell’empatia –, ma permette anche al bambino di allontanare le proprie paure attraverso i vari personaggi che le affrontano al suo posto. Le favole, dunque, non sono illusioni, ma sono verità narrate in maniera diversa per permettere al bambino di accettare e affrontare la realtà che lo circonda.
Rosita Mazzei
(direfarescrivere, anno XVI, n. 170, marzo 2020)
|