Pubblichiamo
di seguito alcune testimonianze di nostri corsisti
e stagisti, che abbiamo intervistato per avere una valutazione sul
percorso
compiuto con noi:
Post
n.1
Riporto
di seguito il mio parere su Bottega e sullo stage da me svolto a Rende.
La
prima cosa che mi sento di dire – e che ribadisco sempre a tutti coloro
a cui
racconto questa esperienza – è che ho apprezzato molto che Fulvio
[il
direttore Mazza, Ndr]
abbia mantenuto la parola data: durante il colloquio telefonico,
infatti, mi fu
proposto uno stage in loco (e non on line come, invece, gli
avevo
proposto io) e mi fu profilata un’eventuale collaborazione con la
società
qualora avessi saputo dimostrare le mie capacità, la mia competenza e,
soprattutto il mio impegno, durante il tirocinio. E così è stato.
Questo è
stato il punto di partenza del mio stage: una seria e veritiera
premessa da
cui partire. Ed è un aspetto da non sottovalutare perché (e posso
dirlo per
esperienza perché quello svolto a Bottega non era il mio primo stage
nel settore
editoriale) accade spesso che per avere manodopera a costo zero ti
vengano
fatte promesse che, già in partenza, si è consapevoli di non voler
mantenere.
Ecco, io posso dire che questa non è la politica seguita da Bottega:
Fulvio dà
concretamente una possibilità allo stagista il quale, se la saprà
mettere a
frutto, concretizzerà quella iniziale promessa di collaborazione
lavorativa.
Questo è stato ad esempio quello che è accaduto a me o anche a Cecilia
[la
coordinatrice Rutigliano, Ndr].
Altro
grande merito di Bottega è quello di responsabilizzare gli stagisti:
non
si fanno fotocopie, ma libri! Non si usa il telefono per ordinare
caffè, ma per
parlare con autori e case editrici. Ricordo bene quando feci la mia
prima
telefonata ad un autore: ero emozionatissima e contentissima perché
dialogare
con gli autori e con gli editori è appannaggio dei redattori, dei
direttori
editoriali, dunque di gente specializzata. Allo stagista, solitamente,
non si
affidano questi incarichi. Ma a Bottega, invece, sì! E questo gratifica
molto
perché fa capire che si sta investendo su di te, che non ti si sta
facendo fare
solo il “lavoro sporco” (cioè quello tecnico come editing, controlli
automatici…) ma anche quello “nobile” (e, per esperienza pregressa,
posso dire
che solitamente agli stagisti questo tipo di incarichi non viene
affidato).
Poiché
si è trattati come dipendenti si ha la possibilità di partecipare
attivamente
alle riunioni redazionali (altro grande vantaggio da cui, in
genere, lo
stagista viene esentato), dunque non come spettatore passivo ma come
interlocutore attivo: questo dà la possibilità di confrontarsi con un
team di
esperti del settore, veterani del mestiere e, pertanto, di comprendere
meglio
le dinamiche aziendali, le strategie di mercato, le scelte editoriali...
Ancora:
Bottega dà la possibilità di partecipare a presentazioni dei libri,
fiere, e
premi letterari: anche queste esperienze non capitano tutti i
giorni e,
perciò, vanno vissute appieno perché molto formative.
Sono
molto contenta e soddisfatta del mio stage svolto a Bottega perché mi
ha dato
la possibilità di diventare un’esperta del settore, di conoscere dal di
dentro
un mondo (quello dei libri), per me, affascinante e stimolante, e
soprattutto
di formare la mia figura professionale.
Se
dovessi dare un consiglio ad uno stagista, direi di impegnarsi ogni
giorno, di
cercare di fare tesoro degli insegnamenti, di essere disposto a piccoli
inevitabili sacrifici, di essere puntuale (negli orari e nelle
consegne) e, se
possibile, di aggiungere lui qualcosa di nuovo alla società: perché
quello che si
respira a Bottega è l’americana chance. Qui viene data la possibilità
allo stagista di formarsi ma, soprattutto, di trasformarsi in un
professionista. È chiaro, però, che sarà cura del tirocinante far
vedere il suo
talento, cercare di essere una spugna e mettere a frutto l’esperienza
vissuta.
Spero
che il mio parere possa tornarvi utile. Vi assicuro che è un’opinione
sincera e
sentita, anche perché (chi mi ha conosciuto lo sa) sono una persona
diretta e
schietta.
Giulia De
Concilio
Post
n.2
Rispondo
sicuramente con piacere ed interesse.
Dei
punti forti dello stage pratico-specialistico sottolineo:
-
il lavoro quasi immediato sui testi d’agenzia, visto che la
teoria è sì importante,
ma in questo campo si fonda soprattutto sulla preparazione appunto
teorica che
un aspirante redattore ha accumulato a scuola, nel corso
dell'università;
-
varietà di genere dei testi stessi;
-
la possibilità di confrontarsi periodicamente con i superiori, Cecilia
e
Fulvio, e la loro disponibilità nel rispondere a qualsiasi tuo dubbio o
approfondimento e nel metterti di fronte ai tuoi punti deboli, mancanze
e a
criticarti se necessario.
La
cosa più importante che ho imparato e che è stata apprezzata quando
applicata
in altri miei lavori editoriali è stato il metodo di editing: lettera,
segnalazione dei suggerimenti, modo di rivolgersi all'autore. Tra le
altre cose
fatte (schede valutazione, questionari, schede critiche per case
editrici)
ho apprezzato soprattutto la parte contrattualistica degli accordi.
Per
quanto riguarda la conoscenza del mondo editoriale Be ti offre sì la
possibilità di partecipare a fiere, manifestazioni culturali, di
incontrare
direttori editoriali e di proporre e collaborare a strategie di
marketing
rivolte all'esterno, ma inevitabilmente il passaggio da questi incontri
ed
esperienze all’offerta di proposte di lavoro da parte delle case
editrici
contempla fattori ulteriori quali la capacità del singolo, la fortuna,
etc.
D’altro
canto Be non esita ad affidare, e faccio riferimento proprio al mio
caso, a
corsisti meritevoli lavori di editoria con compenso variabile per
collaborazioni continuative nel tempo, in proporzione alle
capacità e alle
attitudini del singolo redattore, chiamato sempre a confermare la sua
serietà,
il suo impegno e ad arricchire le proprie conoscenze; in questo senso
l’agenzia
letteraria mira a premiare tali doti e la bravura dei collaboratori, da
cui
dipende in buona parte l’esito ottimale dei servizi rivolti alla
clientela.
Gianmarco
Tonetti
Lo
stage ha rappresentato per me un’esperienza positiva sia dal punto di
vista
professionale, che umano. Ma volendo soffermarmi sul primo aspetto, che
credo sia
quello che a voi interessa di più, dico che è stato un momento
importante, in
quanto molto “utile”, perché mi ha permesso di capire di cosa si occupa
nel
concreto il redattore editoriale e di acquisire conoscenze e tecniche
fondamentali per chi, appunto, aspira a svolgere tale professione.
Dunque,
grado di soddisfazione: 9!
Maria Chiara
Guglielmelli
Post
n.4
Passando
alla mia personale valutazione dell'esperienza lavorativa svolta come
stagista
presso la vostra agenzia letteraria, posso considerarla positiva: mi ha
richiesto sicuramente molto impegno ma mi ha dato anche la possibilità
di
sviluppare e mettere in pratica alcune competenze professionali (non
solo
tecniche ma anche, per così dire,
“umane”, quali la precisione, la puntualità, l'organizzazione, il
lavoro di gruppo,
ecc.) che avevo precedentemente acquisito in maniera quasi
esclusivamente
teorica, e che sono fondamentali in questo lavoro.
Nel
mio caso specifico, si è rivelata
particolarmente utile la partecipazione al Salone del libro di Torino,
che ha
rappresentato non solo l'occasione per conoscere “dal di dentro”
l'evento, ma
anche per prendere contatti con altre persone che lavorano nel settore,
tra cui
lo stesso editore per il quale attualmente lavoro.
Eliana Grande
Post
n.5
Grazie
al corso ho potuto conoscere
più da vicino il mondo dell’editoria (come è organizzata una casa
editrice, le
professioni dell’editoria, le agenzie letterarie, gli incontri con gli
editori,
come nasce un libro, le fiere ecc.), ma soprattutto grazie allo stage
ho
acquisito le competenze pratiche necessarie per svolgere il lavoro di
redattore
editoriale e non solo. A tal proposito, desidero ringraziare tutti per
le
conoscenze che mi hanno saputo trasmettere.
È
ovvio: il processo di formazione è
e deve essere continuo. È indispensabile continuare ad apprendere e
mettersi in
“gioco” in ogni nuovo piccolo o grande progetto che ti vede coinvolto.
Determinazione e costanza premiano sempre e le aspirazioni possono
diventare
realtà!
Lidia
Palmieri
Post
n.6
Lo
stage presso Bottega editoriale è stato per me
un’esperienza molto intensa e
di certo utilissima. Ho imparato a gestire e comprendere molti aspetti
del
mondo editoriale, e ho capito come sfruttare e far risaltare capacità
che non
sapevo neanche di avere. Ho imparato, si può dire, a leggere e a
scrivere. Nel
senso che ho appreso nuovi parametri per valutare ciò che leggo e ho
scoperto,
incoraggiata da un ambiente senz’altro stimolante, di saper scrivere.
Ho
imparato inoltre a comunicare a livello professionale e ad organizzare
con
metodo il mio lavoro.
È
difficile descrivere tutto ciò che
ho fatto e imparato, perché mi sono ritrovata a fare mille cose
diverse. I miei
compiti erano molto concreti e il mio impegno versatile, sono riuscita
così nel
mio intento iniziale di comprendere i meccanismi e sperimentare tutti
gli
aspetti dell’attività editoriale. Oltre al lavoro d’ufficio, ho
apprezzato
anche quello “sul campo”, in occasione di fiere ed eventi a cui ho
potuto
partecipare come parte integrante dello staff. Il mio unico rimpianto è
di non
aver fatto molta esperienza sul lavoro di editing e correzione di
bozze. La
colpa, è vero, è soprattutto mia che non ho mai voluto seguire per
intero il
corso! Ho avuto comunque modo di approfondire anche questo campo, pur
senza
potermi esercitare di persona.
Le
persone che avevo intorno durante
lo stage mi hanno coadiuvato con pazienza e disponibilità, spronandomi
a
superare ogni giorno un po’ di più i miei limiti. L’atmosfera in
ufficio,
inoltre, è sempre stata distesa e conviviale, cosa che mi ha aiutato a
superare
alcuni momenti di pressione e stress in occasione di scadenze imminenti
o di
eccessivo lavoro.
È
stato, insomma, un periodo bello e
stimolante, che ricordo sempre con piacere. La mia valutazione è perciò
positiva, visto anche che all’esperienza di stage hanno fatto seguito
effettive
occasioni di collaborazione che ancora oggi proseguono
Agata
Garofalo
Post
n.7
Posso
solo segnalare note di merito
per quanto riguarda lo stage in
Bottega editoriale: per tutto quello che mi hai dato la
possibilità di
imparare, per il confronto costante con gli altri editor del
gruppo, per
la professionalità riservata ad ogni singola operazione o lavoro.
Credo
di avere appreso in maniera
abbastanza approfondita molti dei trucchi del mestiere, tutte le
nozioni di
base, la dedizione e l’attenzione estrema che bisogna riservare ad ogni
singola
battuta per rendere il nostro operato pregevole.
Quello
che mi ha permesso di crescere
come persona e come redattore è stata la possibilità di avere da subito
delle
responsabilità di lavoro serie, misurarmi con chi fa questo lavoro da
moltissimi anni, creare dei rapporti professionali estremamente forti
ed
edificanti.
All’inizio
non credevo che questo
lavoro fosse così arduo, credevo vi ruotassero intorno minori
responsabilità, eppure tutto nella vita è occasione per maturare, se
questo è
quello che vogliamo davvero, e allora ho scoperto dentro di me delle
nuove
caratteristiche: l’ordine e il rigore che credevo di non possedere.
Questo
lavoro è sempre stato il
cardine a cui ancorare la mia forza intellettiva e professionale,
l’occasione
che aspettavo da sempre per apprendere e mettermi alla prova, per
misurarmi e
superare i miei limiti.
Che
cosa dire? Che ho imparato più di
quello che potevo augurarmi: una lezione di vita!
Pamela
Quintieri
Post
n.8
Nel
corso di Redattore sono stati
affrontati gli argomenti e le tematiche più importanti per l’inizio
della
formazione di un redattore (soprattutto molto spazio è stato dato alle
fasi di editing
e correzione delle bozze). Le lezioni non sono state mai discontinue ma
hanno
sempre rispettato il criterio cronologico e tematico: cioè il percorso
si è
costituito dalle nozioni base sino ad incorporare quelle più settoriali
come ad
esempio le valutazioni sulle diverse tipologie di contratti. Utilissimi
sono
stati a mio avviso sia il materiale cartaceo distribuito sin
dall’inizio, sia
il chiaro discorrere, le argomentazioni (dilemmatiche), le spiegazioni
di
Fulvio Mazza, che mostravano subito il nocciolo della questione facendo
delle
ricognizioni a seconda delle varie sfaccettature che assumeva di volta
in volta
l’argomento trattato. Di pari utilità sono state le
esercitazioni-compiti a
casa e le correzioni che si facevano in aula insieme. La chiarezza
dell’esposizione, la metodologia d’insegnamento e le esercitazioni
sicuramente
hanno favorito l’appropriazione delle nozioni e delle tecniche proprie
del
redattore. Di grande interesse anche le visite guidate alle varie case
editrici
che hanno favorito uno sguardo con lente d’ingrandimento su alcune
realtà
editoriali emergenti e non. Ho notato però che alcuni argomenti sono
stati
trattati e ci si è soffermati (giustamente) a lungo; mentre altri non
hanno
goduto di simile attenzione. Mi riferisco soprattutto al settore
commerciale.
Anche: forse ci si è dilungati troppo su questioni squisitamente
grammaticali
che avrebbero richiesto, secondo me, attenzione meno peculiare. Ad
esempio: il
tipo se stesso o sé stesso.
Lo
stage, poiché pratica non teoria,
è stata la vera scuola! Anche in questo contesto le indicazioni
lapidarie,
concise e puntuali di Fulvio Mazza sono state di grande aiuto per
capire come
orientarsi nei compiti assegnati di volta in volta. Preziosissimo è
stato anche
l’ausilio e la guida di Cecilia. Lo stage mi ha consentito di mettere
in
pratica (appunto) tutte le nozioni acquisite durante il corso e di
conoscerne
altre. Mi riferisco all’Indice dei nomi,
all’organizzazione/partecipazione alle Fiere, alla preparazione di una
Newsletter, al dialogo con gli editori e con gli autori,
all’approntamento
delle Schede di valutazione, al visionare gli impaginati in Pdf e
soprattutto
alle dinamiche più strettamente commerciali che sul campo si
acquisiscono,
com’è ovvio, maggiormente che in aula.
Francesco
Rolli
Post
n.9
Per
chi come me sogna di lavorare nel
mondo dell’editoria, il corso/stage della durata di sei mesi svolto
presso Bottega editoriale, è stata un’esperienza senz’altro positiva.
Veder
nascere un libro, curarlo nei minimi particolari sono emozioni
indescrivibili!
Fondamentale
per la mia crescita
professionale è stato il lavoro di squadra: domina un sentimento di
vera
coesione e di passione per il lavoro che si svolge.
Non
si può fare a meno di notare,
all’interno della grande famiglia dei “bottegai”, la presenza di una
maggiore
componente femminile: di contro a tutte le statistiche nazionali, che
vogliono
ancora la donna subordinata in una condizione di inferiorità rispetto
all’uomo
per quanto riguarda occupazione e retribuzione, Bottega editoriale
dimostra, con notevole successo, come si possa trarre maggiore profitto
dal
lavoro femminile, grazie alla cura e alla dedizione che le donne
impiegano
nelle attività quotidiane.
Come
in tutti gli ambiti lavorativi,
purtroppo, può capitare di perdere la calma in situazioni non subito
risolvibili: anche in questo caso le donne dimostrano di saper gestire
i casi
più difficili poiché, si sa, tensioni e incomprensioni sono sempre
dietro
l’angolo…
In
questo senso Bottega editoriale potrebbe fungere da modello di riferimento per qualsiasi
tipo di
realtà lavorativa in cui le donne fanno, ahimè ancora oggi, fatica ad
affermarsi!
Emanuela
Pugliese
Post
n.10
Ho
iniziato questa avventura con Bottega editoriale con l’entusiasmo di un bambino, sì esattamente
così, il
paragone rende bene l’immagine! Come, con sforzi ed inesperienza, passo
dopo
passo, il pargoletto si cimenta con se stesso, affrontando mille prove
prima di
tenersi finalmente in equilibrio, allo stesso modo ho intrapreso questo
percorso, un’avventura che mi ha completamente avvolta in un mondo
nuovo, da
scoprire piano piano, un mondo fatto di luci ed ombre, di successi e
cadute, ma
soprattutto (guardando con orgoglio all’operato) di piacevoli
soddisfazioni.
Durante
i mesi di stage ho avuto modo
di sperimentare e di entrare in contatto con diverse realtà che
spaziavano
dall’attività puramente editoriale al giornalismo, dall’attività di
marketing
alla formazione, dalla Scuola di Redattore alle Fiere del libro.
Tutti
tasselli che affiancati l’uno
all’altro hanno costruito e scandito le mie giornate di questi ultimi
anni
fatti di lavoro sinergico, impegnativo, di crescita personale e
professionale
ma anche di soddisfacenti relazioni interpersonali… insomma Bottega
editoriale si è rivelata per me come una seconda casa!
Al
di là delle tante poliedriche
esperienze affrontate, il mio pensiero più profondo va all’attività che
maggiormente mi ha segnato durante quei mesi e che voglio qui
sottolineare. Si
tratta del lavoro svolto su un testo che mi ha “tenuto a battesimo”
scandendo
le calde giornate estive passate a leggere e rileggere le bozze di un
libro che,
qualche mese dopo, avrei avuto il piacere di vedere pubblicato. Un onere
e un
onore che mi ha permesso di seguire da vicino la realizzazione di un
importante
volume allargando ancor di più i miei interessi editoriali. A parlarne
risento
ancora l’emozione provata nello sfogliare le pagine, nel guardare i
paesaggi,
nel leggere e riflettere, perdendomi tra la bellezza dei caratteri
stampati!
Un
solo esempio a consuntivo della
soddisfazione che può nascere da un prodotto finemente finito!
Ho
imparato tanto (e tanto ancora ho
da imparare) per questo lo stage si è trasformato in collaborazione
continua.
Ilenia
Marrapodi
Post
n.11
L’avventura
con l’Agenzia letteraria Bottega editoriale – come il team della
stessa ricorderà certamente – è iniziata nell’ottobre 2010 per
concludersi
l’ultimo giorno di marzo del 2012.
La
prima parte, quella teorica, che ho svolto frequentando la Scuola di
Redattore
di casa editrice, è stata piuttosto stimolante, ho avuto modo di
conoscere più
da vicino ogni tipo di lavoro e impegno che si celasse dietro ciascuna
casa
editrice, nonché la possibilità fisica di poterne visitare alcune
personalmente. I confronti con i miei colleghi di corso (i quali
ricordo con
estremo affetto e stima), sono stati (quasi sempre) produttivi ed
istruttivi,
come anche le visite guidate fatte insieme.
La
seconda parte, quella soggettivamente che mi ha arricchito di più, è
stata
quella pratica: lo stage formativo.
Ho
potuto in questa fase applicare, per quanto il tempo a disposizione me
lo
consentisse, parte delle nozioni acquisite durante il corso; ho preso
dimestichezza con alcuni programmi informatici, nonché impostazioni –
in senso
più professionale – di invio mail, “poi non scordiamoci l’apprendimento
della
riuscita di una buona scansione”, che forse non è stata mai perfetta.
Comunque
scherzi a parte, è stata una bella esperienza, anche scrivere articoli
per
testate giornalistiche del territorio molto apprezzate, rivedere
colleghi del
corso, è stato un piacere, confrontarsi con loro, ma anche con nuove
conoscenze
ugualmente in gamba!
Non
so a livello lavorativo che mi aspetta, ma questa de la
Bottega rimarrà comunque una bella esperienza.
Patrizia
Piperis
Post
n.12
Ho
collaborato in qualità di stagista
con Bottega editoriale per circa sei mesi, quando ancora
studentessa, mi
accingevo a concludere il mio percorso di studi. Il mio impegno è
proseguito
poi oltre lo stage per circa un anno e mezzo, forse di fatto non è
giunto al
termine, perché la fiducia e la stima reciproca hanno condotto me e i
“bottegai” a ricercarci continuamente laddove esigenze professionali lo
richiedano. E non che sia mancato il rapporto umano, anzi! Sia in
positivo, che
in “negativo” ma sempre come sprono e input a lavorare meglio e
proseguire in
questo impervio percorso che è il mondo della comunicazione e
dell’editoria.
Lo
stage a Bottega editoriale non
ha significato semplicemente fare fotocopie o sbrigare commissioni in
Posta
(certo, anche quello, visto che fa parte del lavoro). Dal suo ingresso
in
ufficio lo stagista viene responsabilizzato con l’assegnazione di
incarichi
“seri” come il contatto diretto con partner e clienti e la gestione di
veri e
propri “rami” del lavoro di agenzia. A Bottega editoriale ti
“buttano in
pasto” al lavoro, non c’è che dire. E per quanto riguarda la mia
esperienza, ho
avuto modo di svolgere diverse mansioni (dal lavoro di agenzia, alla
stesura di
recensioni, articoli e comunicati, editing e correzione i bozze,
ufficio
stampa/organizzazione Premio Tropea, Fiera del libro di Roma) per poi
giungere
a occuparmi del “dietro le quinte” di una delle riviste on line.
Perché, a Bottega editoriale mi sono fatta le ossa, ma ho avuto la fortuna di
valorizzare
quelle che forse sono le mie attitudini maggiormente spiccate. Tra alti
e bassi
che si hanno in qualsiasi esperienza, tirando le somme: esperienza
positiva e
consigliata. Se si ha voglia di lavorare
e
mettersi in gioco però!
Giovanna
Russo
Post
n.13
Laurearsi
vuol dire raggiungere un
traguardo ma allo stesso tempo significa iniziare a navigare nel mare
aperto
del mondo lavorativo. L’esperienza universitaria a me ha insegnato a
camminare
ma non dove andare dopo… né da dove cominciare! Il mio desiderio era
quello di
entrare nel mondo editoriale come correttore di bozze, un desiderio
molto vago
a dir la verità perché non avevo ancora chiaro come fosse organizzata
questa
realtà, tuttavia mi sono subito accorta che propormi alle case editrici
senza
alcuna qualifica specifica era come fare un buco nell’acqua. Così, nel
mio
passaggio dalla fase universitaria a quella lavorativa, come accade a
molti, ho
deciso di continuare ad investire sulla mia formazione.
Con Bottega editoriale ho seguito
un progetto formativo teorico-pratico incentrato sulla figura del
Redattore di
casa editrice. Sicuramente proficui sono stati i sei mesi di stage in
cui ho
abbandonato la mia fumosa (e forse retrograda) idea sul correttore di
bozze e
ho scoperto e imparato concretamente il lavoro che c’è dietro alla cura
di un
testo: un lavoro che esula da ogni romanticheria immaginabile…
Grazie
a questo stage ho imparato i
ruoli e i compiti ben precisi di una redazione editoriale e, da subito,
quali
sono le responsabilità e le priorità per portare a termine un lavoro
professionale e ben fatto. A coordinare e supportare il lavoro degli
stagisti,
Cecilia, paziente e fondamentale.
Ho
avuto l’opportunità di lavorare
concretamente e di seguire alcuni testi dalla fase di prevalutazione
fino alla
pubblicazione. (Non descrivibile l’emozione nel vedere stampato un
libro che
hai curato e su cui hai lavorato per mesi).
Ho
avuto inoltre l’occasione di
prendere parte a due delle più importanti Fiere del libro, quella di
Roma e
quella di Torino, scoprendo e toccando con mano anche un altro aspetto
e
un’altra fase della realtà editoriale, quella legata al marketing,
all’organizzazione di eventi e all’aspetto economico-commerciale.
Accumulare in
questo campo esperienze diverse serve decisamente.
Questo
stage mi ha permesso di
guardare al mondo del libro con occhi nuovi, mi ha dato delle utili
competenze
professionali e mi ha fatto amare ancora di più il lavoro legato alla
cura del
testo: un lavoro che è insieme indipendente e di squadra.
Continuo
attualmente a collaborare
nella squadra di Bottega…
Manuela
Mancuso
Post
n.14
Post n.15